lunedì 1 agosto 2011

10 - Il liceo - Daria

Gli ultimi tre anni del liceo classico Giacomo Bobbio di Brescia sono anni che lasciano un’impronta indelebile nella coscienza di chiunque non sia uno smidollato o un ignavo.
Le pressioni “simil-politiche” dei gruppi di destra o di sinistra ti costringono a fare scelte che condizionano, per gli anni a venire, le tue amicizie.
Oppure, anzi più spesso, accade il contrario.
Se sei amica di uno del centro sociale ti allinei a quella corrente, sebbene tu (ma neanche l’altro) non ne sappia un granché. Nessuno aveva mai studiato Marx, Mao o ,(si fa in terzo liceo) ma eravamo tutti comunisti convinti. Oltranzisti. Perché poi? Chi lo sa!
Uno diventa comunista o fascista in funzione del compagno di banco, che a sua volta lo è diventato perché figlio di, o fidanzato di. Sono quelli gli anni in cui si forma il pensiero e la convinzione politica e si sceglie una o l’altra corrente per semplicità. Vuoi mettere che stress litigare o anche solo discutere su ogni cazzata letta in internet col tuo compagno di banco/fidanzato/migliore amica?
E’ più semplice andare d’accordo con chi ti sta vicino, piuttosto che con chi sta dall’altra parte dell’aula.
Quindi, se non sei uno smidollato o ignavo (il terzo canto dell’inferno non lo dimenticherò mai) prima o poi sei costretto a schierarti. Ma se sei intelligente non trasformi il tuo schieramento in una esclusiva forma d’appartenenza. Ragioni, ti confronti e, all’abbisogna, c’è sempre una kefiah da usare come scudo.
La mia compagna di banco, Teresa, era di sinistra perché lo era il fratello maggiore. Era il rappresentante d’istituto. Due anni più grande di noi.
Teresa s’era accorta di essere omosessuale al primo ginnasio. E non aveva mai fatto granché per nasconderlo. La sua corte era garbata, gentile, scherzosa  ma io avevo subito messo in chiaro la mia inclinazione; mai invadente. E su questa confidenza, nata dalla sua attrazione per me e dalla mia decisa e ferma chiarezza sulle sue possibilità di conquista, era nata una profonda amicizia, sincera e leale, anche quando le sue avance oltrepassavano di un soffio il limite stabilito da un accordo non scritto, ma chiaro.
La faccenda mi lusingava. Andrea era innamoratissimo di me (ed io di lui) ma sapere che avevo un certo appeal anche nell’altro sesso, era gratificante.
Teresa fu coinvolta, ed io con lei, in un blitz della polizia.
Un fardello di cui ancora oggi porto il peso e che mi costringe, periodicamente, a giustificare una fedina penale non più immacolata. Alla Rinascente non mi hanno potuto assumere. Così come in un altro paio di negozi. Ma Teresa l’ho perdonata.

4 commenti:

  1. Mi sa che si dice un blitz e non una!

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  2. Ehmmmmm, anche kefiah è femminile e non so se si scrive così. ok, la smetto di rompere, saranno licenze poetiche! Buon lavoro, a domani.


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  3. Fatte entrambe le correzioni. Grazie fedele lettrice. Ma da quale parte d'Italia scrivi?

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  4. Direttamente dall' Accademia della Crusca!

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