domenica 7 agosto 2011

14 - Tra barbiere e questura - Giuseppe

Ci sono dei giorni in cui, già appena sveglio, quando ancora sei a letto, ti rendi conto che quella sarà una giornata di merda! Apri gli occhi e nella penombra della stanza cerchi di capire se sia il caso o meno di iniziare a vivere. La sveglia non ha ancora diffuso il suono, che già la mano, automaticamente, si tende verso il comodino per disattivarla. Quando hai deciso di usare lo Smartphone come sveglia, hai passato delle ore cercando di impostare una musica che riuscisse a svegliarti in maniera il meno traumatica possibile. Ma in quelle mattine ogni suono, ogni vibrazione sembra poter entrare nella testa e mandare in corto circuito le sinapsi. È forse per questo che inconsciamente ci si desta sempre prima che la sveglia suoni e ti ricordi che sta per iniziare l'ennesima mattina "così"....
Quel giorno però ebbe un inizio leggermente differente, la sensazione di vuoto liquido cominciò a pervadermi repentinamente, facendomi alzare di scatto e costringendomi a sedere sul letto. Era come se avvertissi che stesse per accadere o fosse già accaduto qualcosa che avrebbe cambiato il corso della nostra vita. Daria, che conoscevo solo da pochi giorni, una persona che mi faceva attorcigliare lo stomaco, che mi bloccava il respiro, che aveva cotto ogni millimetro del mio corpo, era stata arrestata.
Così come l'istinto animale del branco aveva anticipato, nelle sensazioni che mi avevano svegliato, l'arrivo di un bel casino, il telefono iniziò a squillare: "Giuse' scendi. Io e Giammichele stiamo giù, dobbiamo andare in Questura".
Dopo solo due minuti ero già in macchina, inconsapevole che di mattine "così" ce ne sarebbero state diverse.

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