martedì 23 agosto 2011

22 - La mia versione - Daria

Non fu la severa punizione dei miei, né il processo, né l'imbarazzo (misto all'auto compiacimento) verso i professori,  ma la tartassante insistenza di Andrea nel sapere le "ragioni di quel gesto" la più grave conseguenza di quella sera. Per settimane intere dovetti sopportare le domande ed i: "Perché?". Fui costretta ad inventare una mia versioni dei fatti, perché la verità mi sembrava così miserevole da essere poco credibile. E la nuova verità mi permetteva di cominciare il distacco da lui. Mettere il piede dentro la porta, per lasciarla poi aperta alla nuova vita che volevo cominciare, e che non prevedeva la sua presenza.
Inventai incomprensioni con mia madre, "Perché non mi hai mai detto niente?", la frustrazione in piscina, "Vedrai che migliorerai", ed infine le gradite avance di Teresa, "Quella é pericolosa, mandala a quel paese", ragioni ben più interessanti ed utili della banale solitudine che provavo dalla fanciullezza.
Utili. "Ho litigato di nuovo con mamma e stasera non mi fa uscire"; "Stasera non posso perché quella stronza di latino mi ha caricato di versioni"; e per finire, quella che più lo faceva imbestialire : "Teresa ha bisogno di un ripasso per il compito di matematica, non posso dirle di no!".
Ha sopportato, ma alla fine l'ho fiaccato. 

Ho detto di averlo visto in macchina con una... non ne sono sicura al 100%. Anche se quella poteva non essere la sua auto (dentro di me volevo che lo fosse) io mi sono sentita tradita lo stesso.
Ed ora sono libera. E felicemente sola.

1 commento:

  1. La giusta funzione di un uomo è di vivere, non di esistere, perciò:
    "Le decisioni devono essere prese con coraggio, distacco, e talvolta con una certa dose di follia; non la follia che distrugge, bensì quella che conduce l' essere umano a compiere il passo al di là dei propri limiti "(P. Coelho)
    La strada per la felicità è questa: ascoltare la propria voce interna e assecondarla, anche quando la mente ce la fa apparire irrazionale e tenta di incastrarla in schemi "precotti", imposti dal conformismo/moralismo ...
    Soprattutto quando si tratta d' amore, difficilmente vi sarà coerenza tra cuore e mente, difficile sarà farli convergere nella stessa direzione; solo seguendo il primo si potrà assaporare l' intensità di un' emozione, mentre seguendo la ragione, si potrà solo proseguire staticamente e senza passione, su un percorso già scavato da aridi preconcetti e pregiudizi.
    "In amore è più facile rinunciare a un sentimento che perdere un' abitudine" (Proust). E'vero anche che ogni scelta sarà sempre accompagnata da perdite, rinunce, malinconia, ricordi. Ma lacerante è anche la costante paura di rischiare, l' insoddisfazione, la noia, i pensieri soffocati, il bisogno incessante di cambiare...Talvolta, vale la pena avere il coraggio di oltrepassare il limite di ciò che chiamano "razionale"...Una svolta è, spesso, tutto ciò di cui abbiamo bisogno...è la rinascita dei sensi e dell' anima, l' ossigeno dei desideri nascosti, dei sogni chiusi nelle "sale d'attesa", delle speranze timide...è la strada per realizzare un sogno coraggioso...con tutte le conseguenze e gli ostacoli che, il preferire un rimorso ad un rimpianto, comporta.

    Daria cercava un appiglio, una scusa, cercava una colpa, anche banale, da attribuire ad Andrea...Daria voleva scaricarsi di dosso il peso di una decisione tanto liberatoria quanto devastante per entrambi. Avrebbe voluto non sentirsi responsabile della parola FINE, della sofferenza di lui...avrebbe voluto uscirne come vittima piuttosto che da carnefice, per non essere assalita dal senso di colpa e dal timore di un eventuale pentimento futuro per quella scelta azzardata che le avrebbe cambiato la vita nel bene o nel male.

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