martedì 20 settembre 2011

45 - Colpo di fulmine - Mary Taken

Proprio quando meno te lo aspetti la vita ti regala qualcosa.
Mi ero iscritta in piscina… ci provavo a nuotare. Mi divertivo e facevo anche progressi, specialmente con la rana e il dorso. Ma in fondo un vero motivo per tornare a casa, disintegrata dagli sforzi che facevo, non lo avevo ancora trovato. Non fino a quella sera.
Parlo della sera in cui è arrivato un nuovo iscritto al corso per raggiungere il secondo brevetto di nuoto. Giammichele, si presentò a tutti con aria disinvolta e giocosa; si vedeva che sapeva già nuotare da come fece il primo ingresso in acqua. Poi seppi ch veniva da un posto di mare...la gente di mare, mi piace perché conserva in sé la stessa calda energia estiva per tutto l’anno, o forse anche solo perché questa idea  contrasta con la mia necessità d penombra. 

Per me è stato un vero colpo di fulmine, mi sentivo una deficiente. Due parole, due sguardi e per tuta la sera e il giorno dopo non riuscivo a pensare ad altro che a lui, ai suoi splendidi occhi neri che apparivano belli nonostante gli occhialini.
E’ stato semplicissimo entrare in confidenza con lui: quando si condivide uno spazio, stretto come una corsia della piscina, è inevitabile. Non so se a lui piacevo, certamente gli ero simpatica. Ero la sua preferita nel gruppo, ma in effetti non ha mai fatto alcun passo, non mi ha mai proposto neanche di prendere un caffè insieme, non da soli almeno.
Io, invece, più passavano i giorni e più sentivo impellente il bisogno di vederlo, di sentirlo parlare, di condividere un momento insieme. Non mi capitava da tempo: risentire le farfalle nello stomaco mi faceva sentire estremamente viva, completata, desiderosa di andare avanti in questo turbinio di emozioni.
La frequentazione si era fatta più confidenziale, facevamo spesso coppia negli esercizi proposti dall'istruttore, mi sembrava quasi che tra noi stesse nascendo qualcosa, o meglio in lui...perché io ero già un po’ innamorata, anzi in adorazione, che è ben diverso..
Avevo parlato a Daria di questo mio “coinvolgimento”, lei sembrava mia complice. Mi piaceva molto pensare di avere una complice in questa avventura. 
"Daria, ti presento il mio amico di vasca: Giammichele" lui sgranò gli occhi, le sorrise e le disse "Enchanteur".

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