venerdì 9 settembre 2011

36 - Viceversa - Mary Taken

Daria è un soggetto strano. Ora siamo grandi amiche, ci vogliamo bene e ci cerchiamo sempre. Ma c'è voluto qualche mese.
I primi tempi sembrava quasi impaurita da me, colpa sicuramente del mio look, obbiettivamente poco friendly.
Rispettava i miei spazi oltre ogni aspettativa. Se stavo facendo colazione, chiedeva il permesso per poter preparare la moka. Oppure, se pranzavo con qualche amica, aspettava che finissimo per poter pranzare anche lei.
Non è mai entrata in camera mia finchè non l'ho invitata io stessa. Ci siamo date sempre appuntamento in corridoio o in cucina per discutere di faccende domestiche.
Non era schiva, piuttosto molto riservata. Aveva poche amiche che venivano a salutarla o a studiare con lei. Ogni tanto faceva capolino il suo ex, un certo Andrea, di cui non ha mai voluto parlarmi. Un tipo precisino, molto a modo, troppo ... anzi. L'unica esternazione che mi ha fatto circa Andrea è stata: "E' diventato pallosissimo, non lo sopporto più". Qualche volta ho assistito al rifiuto della telefonata, con conseguente sbotto: "Che palle... basta!"
Avendo fatto piscina sin da piccola aveva un fisico mozzafiato, almeno per me. Perchè alla magrezza muscolosa tipica degli atleti, univa un seno prosperoso, un viso dolce, acqua e sapone e del lunghi capelli lisci, castano chiaro, portati con la frangetta. Solo se sei graziosa come lei puoi permetterti una frangetta.
Ogni tanto viene a trovarla Terry, una sua compagna di liceo. Il loro rapporto è... strano, non saprei definirlo correttamente. Sembra non paritario, come se Daria abbia dei crediti con Terry, come se si aspetti sempre di ricevere qualcosa, una sorta di dovuta gratitudine per qualche torto ingiustamente subito o per qualche favore non ricambiato.
Mi ha convinta ad iscrivermi in piscina. Spesso ci andiamo insieme: mentre io seguo il corso, con altri 6 incapaci come me, lei si tuffa o dal trampolino o da una delle piattaforme. Una volta mi ha portata sulla più alta: credo quella dei 5 metri. Ero rigida, violentemente aggrappata al corrimano, incredula che si possa avere tanto coraggio da lanciarsi giù, magari mettendosi in verticale sullo spigolo. L'ho vista correre contro il vuoto, saltare in alto (come se 5 metri non fossero già sufficienti!) rannicchiarsi su se stessa e scomparire dalla mia vista. Dopo qualche "ora" ho sentito il suono del suo ingesso in acqua. Sono rimasta su... non riuscivo a venir giù... neanche dalle scale. E' dovuta risalire lei e, stringendomi forte il braccio, mi ha riportato sulla terra ferma.

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