mercoledì 14 settembre 2011

41 - Maschere - Mary Taken

Io quella ragazza non l'ho mai capita fino in fondo e forse non si e' mai capita neanche lei! A volte mi sembra solare, grintosa, forte, decisa, proprio come quando si tuffa dal trampolino. Ma poi... eccola, appare la Daria debole, vulnerabile, timida, che si perde in un bicchier d'acqua, che scappa di fronte ad una formica. Sembra quasi che abbia una maschera, che non abbia ancora capito un granché di se stessa; sembra che abbia sempre soprasseduto sui suoi turbamenti, che abbia nascosto i problemi come polvere sotto un tappeto. Solo che ora non si rende conto che il tappeto arriva al soffitto. 

Si vede lontano un miglio che la sua anima ha ferite profonde, ferite curate solo con un cerotto. Invece io penso che occorra scavare nella propria anima e portare tutto in superficie, con la stessa lentezza e costanza prevista per la preparazione di un buon risotto. Di solito mi fido poco delle persone come lei. Le definisco "ambigue". Ma con lei e' stato diverso sin da subito, forse perché la sua aria angelica non lascia posto a preconcetti, figuriamoci a immagini negative.  Il suo grande sorriso abbatte ogni frontiera. E poi quando vivi fuori casa hai bisogno di legami, di legarti intimamente ad anime affini. Come direbbe lei "...ci siamo intese subito". Gli Esseni credevano che le anime di persone che si sono amate in una vita, si ritrovano in ruoli diversi in una vita successiva. Per noi sarà stato così: forse eravamo madre e figlia... ed io di certo ero la madre!

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