sabato 10 settembre 2011

37 - La soluzione - Giuseppe

Federico ed io avemmo la stessa idea: continuare fino a Brescia, come se nulla fosse. I "conti" li avrei fatti poi con Daria. Loro erano lì solo per controllarmi: se avessero avuto strane intenzioni, avrebbero avuto modo e tempo per agire. Si erano limitati a tenermi d'occhio. Magari, anzi sicuramente, tenevano d'occhio solo il pacchetto, accuratamente imballato nel mio zaino. Seduti com'erano, potevano guardarsi a vicenda, guardare me e guardare i due ingressi al vagone. Io avevo gli occhiali da sole, potevo così controllarne uno senza destare troppi sospetti.


Ad un certo punto, quello che era seduto di fronte a me, s'irrigidì e fece cenno al compare. Feci finta di nulla, mi alzai col pretesto di mettere la rivista che leggevo nello zaino. Dal vagone alle mie spalle arrivavano due poliziotti con tanto di pastore tedesco. Caddi seduto al mio posto. Guardai il mio gorilla. In un attimo fu chiaro a tutti che io sapevo... che non ero così sprovveduto come loro pensavano. Mi fece cenno di stare calmo, di guardare fuori.
Si alzò, mise le mani dietro la schiena, quasi a controllare che tutto fosse al suo posto, ed andò incontro ai poliziotti. 


Avevo una paura folle. Migliaia di pensieri e soluzioni mi si affollarono nella testa, spazzando via tutti i piani che in quelle ultime ore avevo architettato.
Perché dovevo stare lì fermo a farmi fregare? Decisi di alzarmi, presi lo zaino e m'incamminai dalla parte opposta. Avevo davanti a me almeno altri 4 vagoni. Il guardiaspalle fece lo stesso: mi seguiva a poca distanza.
Il treno cominciò a rallentare, stavamo per raggiungere una stazione. 
Appena fermo, scesi dal treno e m'incamminai velocemente verso l'uscita, seguito almeno da uno dei due compagni di viaggio, che aveva estratto il telefono e stava telefonando, sicuramente al compare.
Era dietro di me di una decina di metri. C'era un autobus, sul piazzale davanti la stazione, che stava chiudendo le porte. Mi ci infilai, lasciando l'amico al palo. Mentre l'autobus si allontanava mi guardai indietro. Uno era fermo lì, e gridava veementemente contro il cellulare. Dell'altro non c'erano tracce.

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