venerdì 2 settembre 2011

31 - La Maturità - Daria

Cavolo che ansia… non vivrò a lungo di questo passo… questo stress... questa maledetta paura, moltiplicati per tutti quelli farò all'univeristà mi logoreranno le coronarie, mi condurranno alla calvizie e mi faranno venire la colite ulcerosa. Diventerò un mostro…peggio della Montalcini…quella almeno i capelli ce li ha. Sono 2 mesi che ci sbatto la testa su questi maledetti libri, non posso essermi scordata tutto…è solo una sensazione…Ma com’è…uffa…mi viene da piangere! Non posso stare così male… è solo un’ esame… ed è ancora il primo, porca miseria… Chiamo mamma, no, meglio di no, mi metterebbe ancora più in tensione… non è mai stata molto di supporto nelle situazioni difficili… Come quella volta, l'anno scorso… il famoso dente del giudizio che dovevo per forza togliere perché mi stava spostando tutti gli altri… entrò anche lei con me, diceva che mi avrebbe fatto coraggio durante l'estrazione… Peccato che il dentista dovette far scendere me dal lettino per metterci lei che, alla vista del sangue che fuoriusciva dalla mia bocca, era cadutta a terra come un sacco vuoto.
Ok, ma ora non devo distrarmi… CON CEN TRA ZIO NE… un respiro profondo… fiuuuuu.
Oddio , dopo Michela e Francesco toccherà a me...ed ormai il mio cervello è andato completamente in fumo. Ma allora che faccio adesso? Ripeto? Ma no…è peggio…non ci riesco… mi sembra di aver cancellato tutto dalla mia mente. Che confusione…

L'esame di maturità fu psicologicamente devastante, ma tanta sofferenza venne ripagata con un bel 100 e lode e tanto di complimenti dai prof.
Credevo che, col passare del tempo, la paura e lo stress pre-esame si sarebbero mitigati, invece, puntualmente, mi sentivo morire. Mi sentivo svuotata e priva di forze, psicologicamente vulnerabile.
Era incredibile la velocità e facilità di socializzazione in quel contesto:
"Scusami, quale domanda hanno fatto… non sono riuscita a sentire"
"Ah, guarda, nemmeno io ho capito… so soltanto che Michela non riesce a farfugliare nulla "
"Dio mio… iniziamo bene… Ma la tesina la chiedono?"
"Pare che inizino proprio da quella. Io l’ho fatta veramente a pizza, diciamo che l’ho solo letta, pensando che non la chiedessero proprio. Devo sperare in un miracolo"
"Io l’ho studiata, ma era talmente incomprensibile…specie gli ultimi due capitoli . L'ho scaricata da internet... "
"Mi sa che è meglio sperare in una botta di culo…fa più effetto e rende di più l’idea"
"Ahahahah sì sì…diciamo di sì"
Si condividevano stati d’animo, ma soprattutto l’ odio per i professori esterni, che se la tiravano a morire e facevano domande difficili solo per darsi importanza…Prima di ogni interrogazione c’era sempre questo clima di solidarietà assoluta che ti spingeva a relazionarti con tutti, anche con quei compagni che magari non avevi mai calcolato fino a quel momento; condividevamo la medesima lacerante agonia pre-esame… ed era pure naturale provare, poi, un po’ di invidia nei confronti degli amici che s’erano già liberati di quella tortura, peggio ancora se con una bella figura. Quasi sempre la solidarietà del PRE si tramutava in egoismo nella fase POST-esame. Nel 90% dei casi, chi usciva dall'aula dopo averlo sostenuto, alla domanda pronunciata con la voracità tipica di un avvoltoio: "Bè, allora, che ti hanno chiesto?" rispondeva, con gestualità alquanto teatrale/melodrammatica: "ehm…un attimo…allora…madonna sto ancora tremando… allora… aspè che… madò… non mi ricordo"… e, la solidarietà precedente si tramutava in odio sviscerato da parte di chi doveva ancora essere "messo alla gogna" e stava perdendo tempo prezioso (per ripetere) ad elemosinare invano una risposta.
Stavo malissimo, ma ho nostalgia di quei momenti.

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