La vita insieme, in quella casa di Bologna, non è stata più la stessa... ma siamo andate oltre e ci siamo ritrovate, dopo dieci anni, a fare lo stesso lavoro, per la stessa azienda, sedute in ufficio una di fronte all'altra. Un caso.
E piano piano quel rancore, quella tensione è venuta meno. Io ho capito il suo punto di vista, lei il mio. Ci siamo abbracciate per fare pace e non è stato necessario pronunciare quella parola.
E' ritornata l'amicizia di un tempo, quell'amicizia che può nascere solo tra chi ha vissuto insieme.
Daria è diversa da come appare: ha un lato oscuro che non mi piace. Credo che con me non finga, ma non ne sono certa. Ha una doppia vita, l'ha sempre avuta: prima era l'atleta dopata (me ne parla con distacco, come se non fosse una cosa di cui vergognarsi) , poi la amica stronza (e questa parte l'ho subita personalmente) ora la moglie infedele.
Andrea e Daria si sono ritrovati come tanti altri ex, quando il matrimonio diventa duro. Tanto stress, poca intimità, troppa routine... e si cede facilmente alle facili attenzioni di chi non ha mai smesso di amarti.
Un SMS, un incontro per un caffè "Che c'è di male?", una lunga chiacchiearta seduti in auto mentre fuori piove, un bacio sfiorato, uno sguardo che rivela che nulla è cambiato e poi... l'abisso da cui non si torna indietro.
Non sembra pentita. Io non la incoraggio e forse un po' la invidio. Invidio quel suo essere leggera su ogni cosa, quella voglia di rompere gli schemi per il solo piacere di farlo.
Ama Federico... ma ama anche Andrea. O forse no. Forse si diverte perchè sa che è suo prigioniero da trent'anni. Lo manipola, lo condiziona, lo lascia e riprende con uno sguardo, con una mail.La malattia ha accentuato questa sua voglia di vivere come capita, come viene, senza eccessivi patemi, paure, condizionamenti. Vivere finchè si è vivi, perchè "per essere morti c'è sempre tempo".
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