martedì 19 luglio 2011

1 - Tutto iniziò in una serata noiosa - Daria

Avevo 12 anni. E mentre le mie amiche uscivano a passeggio, rimanendo fuori fino alle nove di sera, io mi rintanavo in casa, a sudare nonostante il ventilatore, facendo zapping frenetico col telecomando, cercando una ragione valida che mi facesse accodare alle altre.
Non erano i miei genitori a tenermi in casa. Mio padre, anzi, cominciava a temere chissà quale patologia psichiatrica.
No, ero io, solo io, a non voler uscire.
Non ero brutta. Anzi. Direi anche sufficientemente matura. Ero Triste. E questa tristezza non riuscivo a nasconderla.
Ebbene, in quella serata noiosa, la mia attenzione fu rapita dalle evoluzioni di una tuffatrice cinese ai mondiali di Stoccolma. In pochi secondi il suo corpo ruotò su se stesso infinite volte (o almeno a me così sembrò) finché, tesa e leggermente arcuata come una sciabola, s'infilò nell'azzurro della piscina. Non ci furono schizzi, ma solo un ribollire di schiuma intorno al punto esatto in cui scomparve.
Rimasi a bocca aperta. Al rallentatore (solo così potei riuscirci) contai tre capovolte ed un avvitamento e mezzo. Il pubblico si alzò in piedi. Io no. Perché il mio cervello stava già pensando che quella doveva essere la mia strada.

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