In quelle ore, sdraiati sulla spiaggia di Lido Azzurro, e nei giorni successivi, Daria mi raccontò tutta la sua infanzia e soprattutto la sua vita sentimentale. Non particolarmente lunga e complicata. Anzi, una classica monogamia, sufficientemente noiosa. Sembrava quasi che si stesse liberando di un fardello. Una confessione non necessaria, ma che mi face piacere ascoltare.
Era, come me, del 1987. Cominciò a nuotare a 12 anni. Conobbe Andrea (il suo primo amore) proprio in piscina. Il primo approccio non fu piacevole, ma non fu colpa sua. Lei provava e riprovava lo stesso tuffo ormai da giorni, ma non era soddisfatta. Ora l’entrata in ritardo, ora la spinta insufficiente, ora le gambe non allineate… un disastro per lei. Ma non per lui, che la guardava ammirato e attratto dal bordo vasca.
La loro storia, tra alti e bassi, è durata otto anni. Il primo amore, l’unico amore, segna profondamente l’anima di chiunque. Ma lei non sembrava dispiaciuta di questa fine. Forse sollevata. Aveva voglia di fare nuove esperienze, e la cosa mi fece sentire come un quello della pubblicità che origliava la litigata della vicina che diceva: “Adesso basta, adesso esco e vado col primo che incontro”. Ed il suo “Buonasera” sull’uscio di casa ha fatto storia. Un gatto in agguato, pronto a cogliere al balzo ogni opportunità, acquattato dietro un divano, pronto al balzo efficace.
Poi, quest’inverno, sempre in piscina ha conosciuto mio cugino Giammichele. Ed ora è qui, in vacanza, in un posto caldo, con gente sconosciuta, pronta a divertirsi, “senza troppi freni” a “prendere tutto ciò che di buono incontrerà”. Ed io sono pronto.
Nessun commento:
Posta un commento